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Chi sono

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Chi sono

Mi chiamo Gaetano Biagioni e ho 46 anni.

La mia formazione poliedrica ha alla base due percorsi universitari: prima un Baccalaureato Teologico-Filosofico e poi una Laurea Magistrale in Psicologia del lavoro, dei gruppi e delle organizzazioni.

Ho conseguito il Master in Coaching Umanistico, seguito da alcune specializzazioni come: corso di Teen & Parent Coaching,  Coaching riservato agli adolescenti e alle famiglie, corso di Corporate Coaching,  Coaching per le piccole-medie imprese, per le scuole, per le cooperative e le associazioni. Sono iscritto all’Associazione Italiana Coach Professionisti.

Dal 2001 lavoro come docente nelle scuole secondarie di primo e secondo grado dove per alcuni anni ho ricoperto anche l’incarico di Preside; ora la mia presenza nel mondo della Scuola è dedicata all’insegnamento e alla formazione permanente dei Docenti.

Dal 2013 svolgo l’attività di Coach professionista: nel privato per adulti, giovani e famiglie, in ambito aziendale per piccole e medie imprese.

Dal 2017 collaboro con due Ospedali come “Internal Coach” per Medici, Infermieri, Fisioterapisti e Operatori sanitari.

Alla ricerca di uno sport adatto a tutti da poter proporre anche in alcuni percorsi di coaching, ho scoperto il Nordic Walking, attività che consente di attivare la mente attraverso il movimento del corpo. Nell’anno 2020 ho pertanto ottenuto il Diploma Nazionale di Istruttore di atletica leggera, disciplina Nordic Walking (iscrizione all’albo nazionale ASI con riconoscimento CONI). 

 

Perché interessarsi dell’umano?

Nessuno si alza la mattina pensando a come essere infelice, tutti noi desideriamo la felicità. Per qualcuno essere felice coincide con il risolvere un determinato problema, per altri raggiungere una certa mèta… per me, essere felice è percorrere un tratto di strada con qualcuno e poi salutare questa persona guardandola negli occhi, e vedere con stupore la serenità, la bellezza che si rivela, che prende forma, la felicità.

Tutti desideriamo essere felici, e chi non lo è sta male.

Qualcuno sostiene che etimologicamente la parola “desiderio” venga da de-sidera: de è il complemento di argomento in latino, che introduce l’argomento di cui si parla, sidera sono le stelle. La parola desiderio vuol dire “tutto ciò che ti muove”. Tutti i tuoi desideri (la donna, il bene, i figli, i soldi, la macchina, il mangiare, il bere, il dormire, lo star bene…) tu non lo sai, ma sono in realtà movimenti verso le stelle, sono la dimostrazione, il mostrarsi dell’unico vero desiderio che ti muove, che è quello di un destino buono, di una vita buona, vera, giusta, bella: della felicità.

Mi piace vedere il percorso di coaching un po’ come un cammino dantesco.

Da dove si parte?

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Avete mai trovato una definizione più vera, più grande e più esatta della situazione che vivete, che viviamo tutti? Come se ne esce da questa selva oscura?
La divina Commedia è questa specie di cattedrale bellissima, incredibile dove ogni parola non è messa a caso. Mi ha sempre colpito moltissimo constatare che Dante chiude le tre cantiche con la parola stelle. L’Inferno finisce con il verso “uscimmo fuori a riveder le stelle”, il Purgatorio “puro e disposto a salire alle stelle”, il Paradiso“l’Amor che move il Sole e l’altre stelle”. La percezione che Dante ha della vita è che l’uomo è rapporto con le stelle. Anzi, l’uomo è rapporto con le stelle in quanto capace di vedere. È un problema di libertà, è un problema di dove guardi, di cosa guardi, a che cosa è affisso il tuo sguardo. Dante ti dice: “Tu sarai in grado di uscire dalla selva oscura, di compiere questo viaggio a seconda di quello che guardi. Se guardi le stelle, cioè se guardi il reale (e il primo reale sei tu con i tuoi desideri e le tue emozioni) e ti lasci interrogare dalla realtà allora ce la farai!”

Questo è il viaggio per il quale sono pronto ad accompagnarti.